Gabriella Carlucci e gli altri castratori di canguri

Gabriella CarlucciLa (poco) onorevole Gabriella Carlucci, nella pù classica delle tradizioni dei castratori di canguri, ha colto la palla al balzo e ha deciso di tornare a proporre il suo disegno di legge sull’abolizione dell’anonimato in rete. Una legge, ricordiamo, inutile per gli scopi per cui viene presentata (limitare il diffondersi dell’odio e della violenza, in quanto esistono già leggi a questo proposito), ma utilissima per mettere un bavaglio alla libertà di pensiero ed espressione in rete (cosa che la maggioranza auspica da tempo, non essendo ancora sotto il controllo del premier) e per far fare cassa alle società legate al diritto d’autore (che poi sono quelle che hanno effettivamente scritto la legge).
Evidente si era stufata di sfruttare solo la pedofilia, ora vuole passare a sfruttare anche gli atti di uno squilibrato. 🙂

Anche Maroni ha iniziato a dare la caccia ai genitali dei marsupiali, proponendo il famoso pugno duro (quello che non riescono ad usare contro evasori, mafiosi, e premier) contro questi siti, proponendone il bando da Internet. Tra le frasi violente contestate dal (purtroppo) ministro, anche questa, che a me sembra più goliardica che violenta: “A Natale si può fare di più”. 😀
Chissà se qualcuno lo ha avvisato che sono nati gruppi simili anche contro Di Pietro (dove propongono di ucciderlo a bastonate) e lo stesso Tartaglia. Verranno anche queste perseguite con la stessa celerità e lo stesso sdegno?! Se la storia non mi tradisce, direi di no. 😉

Per ora l’unico (di cui si parla) di opinione diversa pare Casini.

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