Una Internet per sudditi

Come molti di voi avranno letto (o almeno sentito in giro), è come se fosse in atto una vera e propria guerra, tra cittadini e governi, rivisitando in chiave moderna la legge del più forte: lo Stato vuole controllare tutto (o almeno il più possibile), mentre il cittadino vuole che i fatti suoi restino suoi.

Lo scandalo Datagate, accesosi dopo le rivelazioni di Snowden, è solo l’esempio più lampante e recente; qualche tempo fa si parlò di un trojan di stato tedesco, usato dalla polizia per le intercettazioni.


da lei mi farei intercettare… 😛

Quello che a me stupisce di più è il fatto che non ci sono solo azioni “attive” (incriminazioni alla pene di segugio contro chi ostacola il governo in maniera “legittima”, creazione di software apposito come quello tedesco, trattenimenti senza accuse, uso di maniere forti in generale), ma anche le azioni che potremmo chiamare “passive”, come la creazione di leggi che obbligano il cittadino a fornire password alla polizia, che violano i diritti umani, che impediscono di informarsi/informare o di andare contro/utilizzare una serie di tecniche (praticamente dichiarate illegali “a tavolino”) o che obbligano gli ISP (società private) a controllare cosa fa l’utente durante la navigazione.
Mentre l’utente può, usando ad esempio la crittografia, aggirare (ma non sempre) la azioni attive, sulle seconde il tutto è più difficile (se ti incriminano ti incriminano, c’è poco da fare).

Lo scandalo portato alla luce da Snowden ha poi messo l’accento su un aspetto a cui pochi pensano: Internet si è sviluppata in gran parte in America e ha ancora lì una buona parte del suo fulcro. Questo vuol dire che server e compagnie americane (Google e Apple, ad esempio) devono sottostare alle leggi americane, con tutto ciò che ne consegue (se CIA/FBI vogliono delle informazioni, un’azienda americana o gliele dà o chiude)…
Questo semplice concetto permette di capire mosse come quella della Germania, in cui vogliono che le email non lascino i server tedeschi (potendo così stare sotto la giurisdizione tedesca e non quella di altri paesi).. forse forse che l’Europa dovrebbe preoccuparsi di più di questo aspetto, cercando di sviluppare una Internet tutta sua o obbligare le aziende che operano sul suo territorio a sottostare alle leggi europee??

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