I punti deboli del free software

Qualche tempo fa, come avevo accennato qui, la Sun Microsystem è stata acquistata dalla Oracle. In molti non avevano guardato bene a questa acquisizione, avendo delle riserve sulle intenzioni di Oracle sui prodotti open-source di Sun, come Java, OpenSolaris, VirtualBox e OpenOffice.org. E i peggiori timori di molti si sono concretizzati preso con OpenSolaris: la Oracle ha fatto sapere di non volerne più sapere nulla, non essendo la versione open del suo sistema operativo nei suoi piani di business, volendo proseguire con la versione ufficiale.

free speech and free beer!!
(fonte immagine)

E qui che purtroppo si nota la magagna: purtroppo, quando il progetto è grande, la passione e il tempo libero non bastano per sviluppare il prodotto, ma servono cmq anche dei grossi finanziamenti. Se il prodotto è molto grande e molto di nicchia, non è detto che riesca a sopravvivere. Ovviamente la stessa cosa si può vedere anche nel software a pagamento chiuso: se non ci sono molte persone interessate al prodotto, o lo si vende a tanto o non lo si sviluppa per niente

La differenza tra i due modelli è però una e fondamentale: nel caso del software chiuso il prodotto abbandonato è perso per sempre, mentre nel caso del software libero è lì, pronto per essere sfruttato da altri e reso di nuovo utile… risorse permettendo. 🙂

Se per caso vi interessa, cmq, sappiate che la Oracle ha annunciato i suoi programmi futuri, ed alcuni episodi sono avvenuti anche su alcuni suoi prodotti:

Come andranno a finire le cose? Non lo so!! Di sicuro LibreOffice mi stuzzica, e forse forse ci faccio un pensierino. 😛

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *