Il vero furto

Qualche giorno fa ho preso spunto da un’azione del quarto reich per spiegare cosa non è la condivisione di file. Oggi parliamo di un aspetto un po’ più interessante, la pirateria vista come furto.

Partiamo da un’immagine che avevo (quasi) inserito tempo fa:

la condivisione non è furto
(fonte immagine originale)

Già da questo semplice (per chi lo vuol capire) si evince che furto e condivisione sono due cose concettualmente diverse. Anche la corte di Cassazione ha sentenziato ciò: se copio non ti sottraggo nulla, per cui non c’è furto. Alla luce di ciò, essere chiamato ladro per aver scaricato/copiato file dovrebbe essere diffamazione!! 😀

Partendo da questo semplice principio, vorrei raccontarvi una storia. Una persona, norvegese, compra un Kindle di Amazon e alcuni libri (da quanto ho capito, una trentina). Da un giorno all’altro, però, si è trovata con l’account cancellato e il dispositivo “svuotato”, con tutti i libri comprati spariti. Contattata Amazon, ha trovato solo un muro davanti a sé…
Leggo da Paolo Attivissimo qualche dettaglio in più e che la storia è finita “bene”: dopo tutto il casino mediatico la donna ha riavuto tutto ciò che aveva legittimamente acquistato. Mentre Paolo Attivissimo si chiede se sarebbe meglio mettere, sugli store online simil-Amazon, il tasto “Ottieni una licenza revocabile” invece di “Compra“.

Io invece mi chiedo un’altra cosa: alla luce del diagramma di cui sopra, chi è che ha commesso il vero furto??

Questo è il classico caso in cui il cloud dimostra tutti i suoi problemi…

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