Buone notizie e cattive notizie

Visto che è a un po’ che non scrivo, ne approfitto per riportare alcune notiziette della settimana, visto che è stata abbastanza piena.

🙂 TPB è di nuovo raggiungibile dall’Italia

Ebbene si, dopo essere stata censurata dal GIP di Bergamo, il sito The Pirate Bay è tornato accessibile dall’Italia!! Con buona pace dei picciotti di SIAE&Co…
In tutta questa storia ci sono cmq due aspetti assurdi che rimangono:

  1. il sequestro è stato fatto su una statistica: visto che il sito ha molti contatti dall’Italia, è logico statistico aspettarsi che ci siano delle violazioni;
  2. la condivisione di file protetti dal diritto d’autore si evinceva anche dal nome, Baia dei Pirati; il commento dell’amministratore del sito è stato:

    “Seguendo questa logica immagino che potremmo essere denunciati anche come una minaccia per la navigazione in mare! […] The Pirate Bay non ha nulla a che fare con la violazione del copyright, così come non ha nulla a che fare con l’arrembaggio delle navi. Dire che siamo colpevoli per via del nostro nome è stupido come dire che qualcuno va messo in galera perché di cognome si chiama Malandrino“.

🙁 Con Apple devi abbozzare in silenzio

Devo dire che i fatti confermano sempre di più quello che ho detto più volte sull’iPhone: è veramente una cagata, almeno per come viene gestito e per come non lo puoi usare a tuo piacimento. Pare che infatti, dopo i casi di applicazioni rimosse dallAppStore (unico sito ufficiale da dove scaricarle), per fermare le lamentele e la cattiva pubblicità la Apple abbia inseritoo specificato, non si è capito – una clausola, secondo cui se la tua applicazione viene rifiutata non lo puoi comunicare a nessuno. Praticamente se per cazzi interessi loro ti rifiutano un programma (sul quale magari hai lavorato mesi e non potendolo più vendere stai perdendo un sacco di soldi), manco ti puoi lamentare.
Chissà quando inizieranno a dire che se uno dei loro portatili ti si rompe in garanzia non hai diritto alla riparazione ma solo ad un tubetto di vasella???? 😛

🙂 Addio (speriamo per sempre) alla “dottrina Sarkozy”

La dottrina Sarkozy è un aborto di pensiero del sognor Sarkozy che può essere riassunto in 3 semplici punti:

  • se scarichi da Internet materiale pirata per tre volte ti stacchiamo la connessione per un anno (a te a tutta la tua famigghia!!);
  • gli ISP dovranno vigilare su quello che fai in rete con la connessione che ti forniscono (saranno praticamente neo-sceriffi, con buona pace della privacy degli utenti);
  • multe multe multe per ingrassare i già grassi maiali delle lobby diritto d’autore (perché loro hanno più diritti di te, povera merda!! praticamente diventerai un vecchio abbonato!! 🙂 ).

[youtube:http://www.youtube.com/watch?v=l2Y6y0skJAY]

Per fortuna l’Europarlamento – che evidentemente è composto da gente che non ha la mente annebbiata dalla patata di Carla Bruni, o non è pagata da certa gente – lo ho gentilmente mandato affanculo!!! In particolare ha stabilito che la connessione ad Internet rientra nei diritti fondamentali degli utenti (anche per tutte le implicazioni al diritto di informazione), che ogni sanzione “debba essere proporzionata e richiedere l’intervento di un magistrato“.
W l’Europa!!!! 😀

🙁 In America addio newsgroup

Con la solita scusa (che non passa mai di moda) della pedofilia, Andrew Cuomo (procuratore dello stato di New York) ha costretto alcuni ISP americani a non fornire più ai propri utenti accesso a Usenet. Questo perché da sue indagini è risultato che ci fossero qualcosa come 88 newsgroup in cui si scambiavano immagini di abusi su minori. Consideranto che nel 2006 i newsgroup erano più di 400.000, questo tipo si è mosso e ha fatto un casino solo per lo 0,02% dei newsgroup… Complimentandoci con lui per lo stupendo lavoro effettuato (visto che Usenet è uno strumento utilissimo, anche se ultimamente un po’ in disuso) ci chiediamo: a quando la chiusura di tutte le parrocchie del suo stato (dove probabilmente i pedofili sono più dello 0,02%)?!?!

🙂 Caso Thomas, tutto da rifare

Jammie Thomas è una tizia americana, che è stata condannata a risarcire 222.000 $ per aver condiviso 24 brani su Internet; praticamente più di 9.000 $ a brano. Questo fino a qualche giorno fa, quando il giudice si è scusato per aver dato alla giuria indicazioni sbagliate, dicendo che è tutto da rifare. Meno male per lei.

🙁 Germania: galera per chi gioca d’azzardo online

Peggio che da noi, dove si può giocare solo sui siti benedetti dalla aams. In Germania è un reato penale: “In termini pratici, il vero problema per gli appassionati di poker è quello di farsi pagare le vincite dai gestori dei siti, spesso lontani, in altri paesi […] Nel caso in cui sorgano problemi, i giocatori generalmente non hanno mezzi legali per ottenere i propri soldi“. Che teneri: pur di non far perdere i soldi ai propri cittadini, lo stato li manda in galera!!

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