Un lavoro di merda (nel vero senso della parola)

Cronaca di un (altro) calvario:

fotoQuesta volta sono stato incastrato per andare a raccogliere le olive: due palle mostruose, ma andiamo con ordine.

Anche questo sabato mi sveglio alle 7, faccio colazione e parto con mio padre per il paesello; decido di non portare con me nulla, neanche un cambio, tanto si va lì a sudare da veri uomini e non ci sarà tempo (e né le forze) per fare altro (nenache lavarsi ovviamente). 😛
Arriviamo lì alle 8:30 e la prima trance di raccolta finisce alle 12, e subito dopo andiamo a mangiare a casa della zietta: per me tre patate bollite condite con sale e olio.

E a questo punto vorrei aprire un piccolo appunto: di questo lavoro non è che mi dispiaccia il fatto che dopo appena mezz’ora ti fanno un male atroce le gambe e la schiena, né che per raccogliere le olive per terra ti devi sporcare tutti i pantaloni e che stavi in pendenza, rischiando ovviamente di cadere ogni secondo; dopo un po’ non ti dà neanche fastidio il fatto che molte volte devi raccogliere le olive a 10 cm di distanza da mega-cagate di cavallo, anzi, dopo un po’ addirittura lo speri che ci stiano a 10 cm di distanza, e ti ritieni fortunato se accade, perché questo vuol dire che non si trovano sopra o addirittura in mezzo (e anche quelle vanno raccolte, ovviamente).

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Subito dopo pranzo (e sottolineo subito) siamo tornati alla campagna e siamo rimasti fino alle 5, cioè più o meno quando è calato il sole; dopo aver fatto tutto siamo tornati a casa. Qui, dopo un piccolo abbiocco ho mangiato e mi sono messo a dormire alle 20:15 (tanto in quel posto non c’è mai un cazzo da fare).

Domenica si ricomincia, sveglia alle 7:15 (visto che stavamo già lì e non dovevamo fare un’ora e passa di macchina), ma stavolta ho deciso di fare colazione al baretto sotto casa; la mattina e il pomeriggio trascorrono come il giorno prima, ma con in più un delizioso sottofondo musicale dettato dalla pasta e fagioli che m’ha fatto la zietta per cena la sera prima, con raffiche di vento mortale che potevano accoppare un cinghiale a 5 metri di distanza e che facevano sbiancare le mega-merde, chiedendosi skifate come fosse possibile un senso di marcio così profondo…

Tirando le somme questa storia mi ha portato via due giorni che avrei potuto dedicare sicuramente allo studio 😀 e almeno 5 anni di vita, ma in compenso la zietta m’ha dato 100 euri di mancetta (sottolineo che è il più che giusto compenso per il bucio di culo che mi sono fatto); mentre raccoglievo le olive ho poi pensato a questa massima, che sicuramente rimarrà nei secoli

una donna è come un’oliva: va presa, spremuta fino in fondo, bevuto tutto ciò che è colato e poi gettata via.

Per finire facciamo un’altro bel sondaggino:

Il sondaggio della domenica!!!!

Che cos’è ‘sto coso in foto? Rispondete numerosi!!

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Per aiutarvi, metto qui un particolare dell’oggetto misterioso!!

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9 pensieri riguardo “Un lavoro di merda (nel vero senso della parola)

  1. sabato sera che ti sei perso… lo studio in diretta della specie umana “prostitute”

  2. l’oggetto in questione è sicuramente una sorta di schermo elettromagnetico che disintegra il puzzo nauseabondo provocato dagli effetti indesiderati della pasta e fagioli……altrimenti tutte le olive sarebbero contaminate….. ;-P

  3. e bravo K4rth: serve a togliere dal mucchio di olive le foglie e i rametti.
    complimenti: hai vinto un bel fine settimana per olive col sottoscritto (anzi, al posto del sottoscritto…) 😀
    pensa che bello, noi due soli soletti in mezzo alla natura, magari a sudare e ad adagiarci sotto qualche fratta!!! 😛

  4. ehm ehm ehm …sssiiii…. peccato che proprio nel giorno in cui tu vorrai andare per olive….io sarò impegnato in un viaggio verso……..l’islanda …ehm …ehm

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