Ritardati

Sono stati definiti in molti modi, stupidi, cretini, imbecilli, coglioni… altri hanno provato a dare la colpa a Facebook che in un certo modo promuove questi comportamenti (forse è vero),  ma io penso che questi due siano semplicemente ritardati.

Solo a due ritardati può venire in mente di fermare un’ambulanza e costringerla a fare retromarcia. Sono persone a cui non mancano le basi del vivere civile, ma proprio il q.i., non ci arrivano.

E secondo me come tali devono essere trattati, devono essere messi in condizione di non nuocere alla collettività… iniziando dal tassista: uno così non dovrebbe poter guidare, gli deve essere tolta la patente a vita, perché non ci arriva.

Chi non sbaglia non paga

Che è un principio diverso dal “chi sbaglia paga” (e qui uno studio veloce dell’implicazione può aiutare anche i più scettici a ri-credersi 😀 ).

La vicenda dei due anziani genitori torinesi è emblematica di come questo principio non sia applicato in Italia: loro non hanno colpe, ma la bambina non gli viene ridata perché ormai è cresciuta con altri.

Anni senza fine

E anche questo romanzo è finito!!

Devo dire che l’impressione che mi aveva dato il precedente dello stesso autore è confermata: il racconto ha troppi lati “fantastici”, più che fantascientifici (mutanti che non si sa come si sono evoluti, abitanti di Giove che fanno solo una piccola comparsata, altre dimensioni buttate un po’ là…).
Ho trovato invece molto carino il tipo di narrazione: un’antologia commentata di antiche leggende su un’antica civiltà di cui nessuno ricorda nulla – quella degli uomini – che alcuni studiosi credono sia solo un mito mentre altri pensano che ci possa essere un fondo di verità… forse però questa struttura è anche il suo punto debole, dato che molti racconti sembrano “troncati”, come se non fossero stati sviluppati a sufficienza.

Insomma, un bel romanzo, ma che non è riuscito a prendermi del tutto.

Libero stato in libera chiesa

Riguardo il contestato concorso della Regione Lazio per l’assunzione di due medici non obiettori dedicati al reparto per l’interruzione della gravidanza, chi contesta che i medici debbano avere libera scelta secondo la propria morale, vorrei far notare che non è proprio così che stanno le cose, e questa intervista all’ultimo medico che pratica aborti rimasto in Molise, lo spiega senza troppi fronzoli e giri di parole:

[…] chi fa aborti non fa carriera […]

Secondo me, questo ricatto “sotto banco” solo è un motivo in più per eliminare completamente questo pseudo diritto all’obiezione di coscienza, mostruosità che colpisce le donne e le costringe a giri interminabili e umilianti come questo.