Sarò un po’ controcorrente (almeno leggendo quello che molti dicono su Facebook), ma per me non c’è nulla di grave nelle parole di Guido Barilla, che fondamentalmente ha detto:
“Non faremo pubblicità con omosessuali, perché a noi piace la famiglia tradizionale. Se i gay non sono d’accordo, possono sempre mangiare la pasta di un’altra marca. Tutti sono liberi di fare ciò che vogliono purché non infastidiscano gli altri”.
Ovviamente non grave non vuol dire giusto. Semplicemente lui, privato cittadino, ha detto che per la pubblicità della sua azienda sceglierà un tipo di immagine di famiglia a lui consona. Azienda sua, scelta sua: nessun problema; alla fin fine non sta imponendo nulla a nessuno e non sta privando nessuno dei propri diritti. Sta semplicemente dicendo “io preferisco così e la pubblicità la voglio fare così“.
Nulla da eccepire, giusto due puntualizzazioni:
- Chi legge queste mie parole e l’articolo di Repubblica potrebbe pensare che, in pratica, io sia della stessa idea del “Moige-PdL-Lega-omofobi vari”… NO. Io sto solo sottolineando che il signor Barilla ha semplicemente espresso una sua opinione, senza istigazione a delinquere e senza niente che possa (e debba poter) essere configurato come reato.
- La frase più interessante è l’ultima: “Tutti sono liberi di fare ciò che vogliono purché non infastidiscano gli altri”. Sarebbe stato da chiedergli se in questa frase ricada anche il fatto che un ipotetico mio figlio sarà costretto, nella scuola pubblica di uno stato laico, a subire la vista di un singolo simbolo religioso…