Tempi che cambiano

C’è una polemica in atto tra Google e gli editori francesi, che nasconde un cambiamento per certi versi epocale nel mondo dell’editoria. Il nodo cruciale del problema è che i giornali perdono molti abbonati e lettori, che si stanno spostando sempre più sul web, mentre Google guadagna sempre di più tramite la pubblicità.

L’ultimo episodio è di Google, che risponde all’ipotesi del governo Francese di istituire una tassa per Google, di non linkare più i media Francesi da Google News.

Google
Google

Il problema è un pelino più complesso di come si presenta, e di come lo presenta il Ministro della Cultura francese Aurelie Filippetti, che parla di minaccia verso uno governo eletto democraticamente (ha frequentato qualche master in comunicazione Mediaset?).
Google ripropone solo quello che è disponibile in rete, e se veramente togliesse i link degli editori francesi, questi riceverebbero molte meno visite dagli utenti (ovviamente questi preferiscono cercare le notizie su un aggregatore, invece che andare su ogni sito di quotidiano!!). Del resto, come fa notare qualcuno, se proprio non volessero che Google li indicizzasse, basterebbe un bel file robot.txt per risolvere la faccenda; il problema è che qui siamo di fronte ad un rapporto simbiotico in un periodo di cambiamento, in cui uno non si adatta (e ci rimette), e uno è pronto al nuovo (e guadagna)…

Chi ha ragione?! Non lo so!! 😀
Sicuramente far pagare anche per un link significa che non ci si è capito un cazzo di come funziona il web…

Va scritto ovunque

Avevo detto di non tornarci più sopra, ma faccio una piccola eccezione. 🙂

La Corte d’Appello inglese ha deciso che la decisione di Luglio dell’Alta Corte Britannica  è corretta: i tablet della Samsung non si possono confondere con l’iPad di Apple (pare che il motivo sia la non sufficiente fighità del dispositivo).


iPad rettangolare e con angoli smussati

Ed visto che Apple lo dovrebbe scrivere ovunque, sul suo sito e su molti quotidiani, do una mano anche io!! 😀

Asus 1255c con Ubuntu Linux

Nell’attuale volantino di Trony, un annuncio ha catturato la mia attenzione:

Asus 1255c
Asus 1255c

Piano piano noto che sono sempre di più i portatili(ni) che escono non con Windows… non sono eccelsi, ma speriamo che sia un primo passo. 😀

Da quanto leggo in giro, però, Ubuntu potrebbe avere problemi con il processore Intel Atom N2600, a causa del chip grafico con tecnologia PowerVR; se per caso avete problemi potete consultare questa guida.

Satira criminale

Ancora una volta ci mostriamo arretrati rispetto ad altri popoli… questa volta verso i francesi… e non (solo) per il teatro porno di Parigi.

Il tribunale di Varese ha condannato il blogger italo-francese Michel Abbatangelo per diffamazione verso Renzo Bossi, del quale aveva scritto un diario satirico on-line. Potete ascoltare un’intervista al blogger in questione qui.

Ubuntu 12.04

Dopo tanto pensare, ecco che finalmente mi sono deciso e sono passato alla versione 12.04 di Ubuntu (praticamente a ridosso della 12.10, ma vabbè…).

Come potete vedere dallo screenshot, ho scelto di usare l’interfaccia utente Cinnamon.

Ubuntu 12.04 con Cinnamon
Ubuntu 12.04 con Cinnamon (clicca per ingrandire)

La scelta è stata pensata e ragionata, anche se non sono del tutto convinto, per cui potrei cambiare idea da un giorno all’altro!!! 😀
Ed ora, tra un po’ di studio e altro, mi tocca re-installare tutto… 🙁

Caos brevetti

Ecco un bel post pieno di link (alcuni in una singola lettera) in gestazione da tempo (e per una pura casualità su un tema tornato alla ribalta in questi giorni)!!! Leggete e capirete quanti link conservo all’interno del browser che vanno “smaltiti”… 😛

Se c’è una cosa che proprio non mi va giù del sistema IT mondiale odierno (e non solo a me) è il sistema dei brevetti (software).

Un brevetto è un riconoscimento che si ottiene per un’invenzione, in particolare un riconoscimento al diritto di essere l’unico a poter sfruttare un invenzione, o di concedere questo “privilegio” ad altri. Questo, nelle intenzioni originali, dovrebbe servire ad incentivare lo sviluppo umano (se si hanno i soldi per mantenere il brevetto e difenderlo :P).

Il problema è che, nella pratica, in America permettono di brevettare qualunque idea (e sottolineo – anzi metto in grassetto – idea, non una tecnologia in particolare, e senza aver bisogno di un prototipo funzionante). Praticamente è come se io brevettassi una macchina volante senza costruirla e senza specificare una tecnologia in particolare, così che chiunque ne costruisse una (in qualunque modo) mi dovesse pagare per la licenza del brevetto. Per non parlare di quanto i controlli siano, diciamo, scadenti
Insomma, come dicono in molti, ad esempio Red Hat, StopSoftwarePatents, Mark Shuttleworth, Google, Eric Schmidt, il diretore esecutivo della Linux Foundation, e addirittura Steve Wozniak, qualcosina da cambiare c’è!! 😀

Questo non vuol dire ovviamente che non esistano brevetti degni di questo nome e da pagare… semplicemente il sistema fa molta difficoltà a distinguere la merda dalla cioccolata.

Esempi di brevetti che di innovativo hanno poco non hanno nulla o sono troppo generici (e che rendono il mondo IT un vero e proprio inferno) ce ne sono a bizzeffe, ad esempio:

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