Il vero furto

Qualche giorno fa ho preso spunto da un’azione del quarto reich per spiegare cosa non è la condivisione di file. Oggi parliamo di un aspetto un po’ più interessante, la pirateria vista come furto.

Partiamo da un’immagine che avevo (quasi) inserito tempo fa:

la condivisione non è furto
(fonte immagine originale)

Già da questo semplice (per chi lo vuol capire) si evince che furto e condivisione sono due cose concettualmente diverse. Anche la corte di Cassazione ha sentenziato ciò: se copio non ti sottraggo nulla, per cui non c’è furto. Alla luce di ciò, essere chiamato ladro per aver scaricato/copiato file dovrebbe essere diffamazione!! 😀

Partendo da questo semplice principio, vorrei raccontarvi una storia. Una persona, norvegese, compra un Kindle di Amazon e alcuni libri (da quanto ho capito, una trentina). Da un giorno all’altro, però, si è trovata con l’account cancellato e il dispositivo “svuotato”, con tutti i libri comprati spariti. Contattata Amazon, ha trovato solo un muro davanti a sé…
Leggo da Paolo Attivissimo qualche dettaglio in più e che la storia è finita “bene”: dopo tutto il casino mediatico la donna ha riavuto tutto ciò che aveva legittimamente acquistato. Mentre Paolo Attivissimo si chiede se sarebbe meglio mettere, sugli store online simil-Amazon, il tasto “Ottieni una licenza revocabile” invece di “Compra“.

Io invece mi chiedo un’altra cosa: alla luce del diagramma di cui sopra, chi è che ha commesso il vero furto??

Questo è il classico caso in cui il cloud dimostra tutti i suoi problemi…

Scienza per legge (UPD 2012-10-25)

Due episodi in questi ultimi giorni, hanno attirato l’attenzione sul rapporto tra legge e scienza. In entrambi i casi, purtroppo, la mancanza di informazioni dirette e di prima mano non mi permette di entrare troppo nel merito.

Il primo episodio è la condanna dell’INAIL per una vicenda che tratta un tumore al cervello (benigno) associato all’uso di cellulare e cordless: la Cassazione ha stabilito che una correlazione c’è, per cui l’INAIL è stata condannata a risarcire un uomo che per lavoro stava al telefono 6 ore al giorno, riconoscendo il tumore come una malattia professionale.

Il secondo episodio, che ha avuto eco anche al di fuori dell’Italia (con annessa solita bella figura, “Ciò arriva dalla terra natale di Galileo. Crediamo che alcune cose non cambieranno mai“), è la condanna in primo gradi dei 6 membri della commissione Grandi Rischi che nel 2009, pochi giorni prima del terremoto dell’Aquila, rassicurarono la popolazione. Scrivo “rassicurarono”, perché non sono riuscito a trovare il testo del comunicato originale, che sarebbe stato interessante leggere; da quanto ho capito, comunque, la colpa non è stata “non aver previsto il terremoto”, ma più che altro una compiacenza politica nel rassicurare, appunto, la popolazione. All’estero pare che però questo piccolo dettaglio sia sfuggito…

Aggiornamento 2012-10-25: questa intercettazione di Bertolaso entra un po’ più nel merito, con buona pace del ministro Clini e del precedente di Galileo:

Formattare un DVD con Ubuntu da riga di comando

Stasera, dopo tanto tempo, ho passato un po’ di tempo in compagnia di Ubunto e della sua shell per risolvere un problema (e non per compilare programmini in Java come oramai accade da un bel po’).

Questo è quello che è successo: ho masterizzato (male)  un DVD con Brasero, ed il DVD è diventato di fatto inservibile, dato che non appariva più in Nautilus (nella scheda computer, appena inserivo il disco l’icona spariva) e Brasero non lo vedeva, per cui non lo potevo neanche piallare… Anche collegandolo alla macchina Windows virtualizzata non veniva visto. 🙁

Ed è in questi casi che la potenza della shell e il suo controlla sulla macchina si vedono: cercando su Google “ubuntu non mi vede più un dvd” ho trovato come primo risultato questa pagina, che mi dava indicazioni su un po’ di comandi da utilizzare. In particolare ho dato i comandi

$ cdrecord -scanbus
$ wodim --devices
$ cdrecord -checkdrive

capendo che il dvd era in effetti visibile al sistema.

Ho allora letto il manuale del comando cdrecord (visualizzabile con wodim -help) e ho trovato il comando per formattare il DVD,

cdrecord blank=fast dev=/dev/sr0

E vissero tutti felici e contenti!! 😀

Ora appena ho un attimo di tempo cerco comandi “di basso livello” anche per accedere alle partizioni, dato che una schedina SD si è tipo corrotta e fa lo stesso effetto al mio povero PC (come ad esempio sudo lshw -C disk, che si trovava nel secondo risultato e non ho fatto in tempo a leggere)…

Ubuntu 12.04 e le sue tante (inter)facce

Dopo aver installato, qualche giorno fa, Ubuntu 12.04 sul mio computer, eccomi già alla prima re-installazione!! 😀
L’ho dovuto fare soprattutto per il bisogno di dare una bella “piallata” a tutto, dato che avevo scombinato qualcosina (tipo che dentro Gnome Shell se provavo ad avviare un drive dal desktop, mi si apriva Nemo e non Nautilus).

Questa breve avventura mi ha però permesso di poter fare una vera e propria prova su strada delle varie interfacce grafiche disponibili attualmente (sempre in ambito “Gnome“), e devo dire che Gnome Shell è la mia preferita (l’avevo detto che avrei cambiato idea velocemente).
Quello che apprezzo è la sua praticità, al contrario di Unity; in certe parti sono però molto simili, come ad esempio nel menù a tutto schermo (sprecato e dispersivo per un 24″).
Quello che mi ha colpito è la gestione dinamica dei desktop (presente anche nel suo fork Cinnamon), che è possibile aggiungere e togliere “al volo” in base alle nostre esigenze, gestendo in questo modo diverse attività.
Attualmente nella nuova installazione ho però lasciato Unity, in attesa di tempi migliori (e senza studi in mezzo…).

Ubuntu 12.04 con Unity
Ubuntu 12.04 con Unity (fonte immagine: Wikipedia)

Cinnamon l’ho provato, ma non mi ha fatto impazzire; per certi versi mi è parso instabile (nel senso di non molto “solido”), e una cosa che mi indispettiva troppo è stata la presenza di Nemo affianco a Nautilus, così che a volte mi si apriva uno e a volte l’altro… avere due programmi diversi per fare le stesse cose (con due interfacce molto simili) è una perdita di tempo, mi sbaglio a cliccare (perché non mi abituo a nessuno dei due) e perdo tempo!! 😀

Non ho provato/considerato Mate, dato che volevo avere a che fare con qualcosa di nuovo e un po’ più “moderno”.

Questi dubbi evidentemente non ce li ho solamente io, visto che in rete sono disponibili pagine che spiegano come rimuovere completamente Unity, o che propongono varianti di Ubuntu direttamente con Gnome Shell o  con Mate. Se anche voi avete dubbi, vi consiglio questo breve articolo che cerca di districarsi un po’ tra le differenze tra i vari DE (o almeno i principali :-)).
Io ho appena scaricato quella con Gnome Shell “nativa”, vediamo come va virtualizzata… 😀

Un giorno, forse, proverò KDE, che con la versione 4 sembra molto ma molto migliorato, sia come performance che come risorse occupate; magari ha proprio tutto quello che cerco, ma ma un non so ché che non mi piace: forse troppo “plasticoso”, forse troppo “complesso”, non lo so. So però che mi piace di più Gnome. 😀