Uccidiamo Berlusconi? No, ci accontentiamo di processarlo

Silvio BerlusconiIn questi giorni sta facendo scalpore la notizia della scoperta di un gruppo su Facebook chiamato Uccidiamo Berlusconi, chiaramente creato da qualcuno che non ce l’ha molto in simpatia. 🙂

Ora, aldilà delle motivazioni che gli amministratori del gruppo hanno dato per difendersi dalle accuse e dalle minacce dei prodi Alfano e Maroni (che quando sono apparsi tutti i gruppi inneggianti alla morte di Gigi d’Alessio o Tiziano Ferro dov’erano??), io mi chiedo: ma invece di ucciderlo, non è meglio creare un gruppo in cui si chiede semplicemente gli italiani capiscani che non è adatto a governare un paese democratico e fargli affrontare un processo senza che possa fare leggi e leggine in modo da pararsi il culo??

Anche perché, come dice il saggio Andrea, questi gruppi creano scuse ai delinquenti che abbiamo al governo per fare leggi sempre più stringenti e censorie su Internet, oramai l’ultimo mezzo di comunicazione che i signorotti non controllano.

Aggiornamento 23 ott 2009 ore 12:19 giusto per ribadire che Maroni quando parla sa cosa dice… 😉

Aggiornamento 23 ott 2009 ore 16:28 Secolo XIX ha fatto una ricerca, scoprendo che l’essere che più persone vorrebbero uccidere è il gattino Virgola!! 😀

Noi uomini (quasi) duri

Non è il remake di un celebre film del 1987, ma il titolo più adatto a questa domenica passata nel bel mezzo della natura a Nord di Roma.

Stefania ci ha infatti convinto ad andare al Treja Adventure, un parco avventura a Mazzano Romano, a Nord di Roma. Abbiamo infatti deciso che era il posto più adatto al nostro fisico scultoreo per passare una domenica in allegria. 😀

Praticamente ti danno delle imbracature complete di moschettoni e caschetto, e si è subito pronti a fare i percorsi del parco. Qui un assaggio:

Io ho concluso con fierezza i primi 3 percorsi, mentre un applauso va a Marco, Stefania e Stefano per essere riusciti ad arrivare alla fine di tutti e 4 i percorsi… e un buuu va a Pietro che è rimasto a casa!! 😀

Pestaggio mediatico

Oramai penso sia chiaro anche ad un bambino* quale sia il messaggio: se ostacoli in qualunque modo (anche legittimo, non importa) la strada dal nostro capo noi fedeli servitori scaviamo nel tuo passato alla ricerca di qualunque cosa (vera o falsa) e ti distruggiamo, disintegreremo la tua dignità.

Questo concetto mi pare sia espresso chiaramente nel recente servizio di Mattino Cinque in cui si prende di mira (violando la privacy tanto cara al premier, ma forse è tutta una scusa) il giudice Mesiano, ovvero quello che ha quantificato il danno che Fininvest doveva risarcire a De Benedetti per aver comprato la sentenza Mondadori.


il video di Annalisa Spinoso che esprime in pieno il concetto “informazione puttana”

Di questa situazione di intimidazioni mafiose e servilismo estremo, una sintesi azzeccatissima la danno Marco Travaglio in questo editoriale de Il Fatto Quotidiano e Corrado Augias nel suo articolo qui su Repubblica :

D’altronde bastano dubbi e sospetti per seminare la calunnia. E infatti dal quotidiano di Feltri non ho ricevuto neanche una telefonata che avrebbe chiarito.

Ma le telefonate non si fanno perché non me direttamente si è cercato di colpire ma, attraverso me, ancora una volta, il giornale su cui scrivo. Ormai è chiara l’azione di pestaggio mediatico, versione aggiornata del vecchio manganello. Si fruga dove si può, si cercano pezzi di vita che possano sporcare qualcuno e poco importa che siano o no veri.

L’importante è sparare un titolo, una foto, la consegna è calunniate calunniate qualcosa resterà. E’ toccato ad altri, ieri a me. Basta parlare male del capo, e prima o poi arriva il colpo. Molta voglia di far male, per fortuna sbagliano quasi sempre mira.

* esclusi i saggi che mantengono una fede inoppugnabile nel loro profeta

Sorelle d’Italia

Proteste per il nuovo spot della Calzedonia, in cui appare una rivisitazione dell’inno di Mameli.

La polemica più insensata secondo me è stata quella di Angelo Vaccarezza, presidente della Provincia di Savona: “Con il canto degli italiani non si gioca. E non si può nemmeno metterlo sotto i piedi. Sentirlo in un spot di calze da donna è una vergogna.”
Praticamente se l’inno fosse stato usato in uno spot di caschi da uomo andava benissimo. 😀

(fonte)

Gabriella Carlucci condannata

Breve post per segnalare che una vecchia conoscenza di questo blog, la poco onorevole Carlucci, non solo censura chi non le lecca il culo sul suo blog, non solo sfrutta la pedofilia, non solo la augura, ma adesso è stata pure condannata perché ha pagato la sua portaborse in nero!! 😀

ps: se volete un bel curriculm delle imprese della nostra eroina, vi consiglio la lettura della sua pagina su Wikipedia (già aggiornata, peraltro)