Pagelle (aggiornato)

Come ben sapete, questo è tempo di scrutini, esami e pagelle… In attesa di vedere come va il bimbo di terza media che ho preprato, vediamo che c’è già un’alunna impreparata che nn ha accettato la sua fin troppo generosa pagella.

Si vede che deve ripassare le regole basilari della democrazia, come il diritto a contestare…

Aggiornamento 18 giugno 2009 21:18: la carissima semi-laureata di cui sopra vuole dare un bonus a chi si iscrive alla scuola paritaria, visto che costa troppo e secondo lei è un diritto costituzionale poter sciegliere… ma possibile che nn trova nessun pene panino da mettersi in bocca, così almeno sta zitta!!!! 👿

11 domande padane

Avete presente le 10 domande fatte a Berlusconi da Repubblica? Le potete trovare qui, e, attualmente, sono da più di 32 giorni senza risposta. Queste domande riguardano la famosa storia sulla giovane Noemi. Personalmente mi sono fatto una mia idea su come e perché si sono conosciuti (e con cosa sono state scambiate le sue labbra). 😛

Se cmq pensate che queste 10 domande siano sovversive e comuniste, allora dovete essere pronti a ricredervi!! Nel 1998 anche La Padania fece 11 domande a Silvio, sfidandolo a rispondere per non essere preso per mafioso!! Devo ammettere che non andarono troppo per il sottile, almeno nei titoli… e poi c’è chi critica la Guzzanti quando parla della Carfagna!! 😀
Qui
trovate la storia spiegata per bene e tutti i link agli articoli salvati su web.archive.org (che ho riportato qui sotto), e qui anche le scansioni degli articoli.

Visto che pare che questi articoli siano “misteriosamente” spariti dalla rete, e in fondo ci potrebbe essere la neanche-tanto-vaga possibilità che vengano ari-fatti sparire, ne ho salvata una copia scaricabile in pdf e come immagini, non si sa mai. 😉
Qui sotto un assaggio

Intercettazioni

Visto che il ddl sulle intercettazioni sta andando avanti a colpi di fiducia (ovviamente solo per sbrigarsi, visto che la maggioranza è estremamente salda), ripropongo questa “allegra” storiella, che può aiutare a far capire (chi è disposto a farlo) a cosa possono arrivare lor signori al governo pur di salvarsi le chiappine… con buona pace di chi pensa che provvedimenti del genere (vedi Lodo Alfano) siano fatti solo per permettere a chi governa di farlo serenamente.

Nota: la storia risale a Febbraio, per cui il ddl potrebbe essere stato modificato nel frattempo; ripropongo la storia così com’è per le riflessioni che può suscitare.

Caro direttore, in una cittadina del Nord Italia scompare un bambino di otto anni.

Stava tornando da scuola, ma non è mai arrivato a casa.

La polizia avvia le indagini. Alcuni testimoni riferiscono di aver visto nei giorni precedenti una persona sospetta nei pressi della scuola. Ne forniscono una descrizione. Corrisponde a quella di un soggetto già condannato in passato per detenzione di materiale pedo-pornografico.

La polizia avvia le indagini e scopre che l’uomo non è a casa e non si è presentato al lavoro.

La polizia comunica al magistrato le informazioni acquisite e propone di effettuare indagini tecniche:

  1. Acquisizione dei tabulati del telefono intestato al sospetto;
  2. Acquisizione dei tabulati del traffico telefonico transitato sulla cella nei pressi della scuola nella settimana precedente al rapimento.
    L’acquisizione serve sia per confermare la presenza del sospetto davanti alla scuola sia per individuare altri telefoni nella sua disponibilità;
  3. Acquisizione dei tabulati del traffico telefonico della anziana madre del sospetto per individuare altri telefoni nella sua disponibilità;
  4. Acquisizione dei tabulati del traffico telefonico sull’utenza della famiglia del bambino e intercettazione delle utenze;
  5. Intercettazione del telefono del sospetto;
  6. Intercettazione del telefono della madre del sospetto.

Il pubblico ministero ricevuta la comunicazione iscrive il nome del sospetto nel registro degli indagati per il delitto di cui all’art. 605 del codice penale (sequestro di persona: pena massima otto anni) e comincia a studiare le richieste della polizia alla luce delle nuova legge sulle intercettazioni:

  1. I tabulati del telefono del sospetto non si possono fare. La legge richiede gravi indizi di colpevolezza che in questo caso mancano. Ci sono indizi, ma non sono gravi.
  2. I tabulati del traffico della cella (che potrebbero confermare la presenza del soggetto sul luogo e quindi rendere grave il quadro indiziario) non si possono fare perché la legge consente l’acquisizione dei tabulati solo nei procedimenti contro ignoti e al solo fine di identificare le persone presenti sul luogo del reato o nelle immediate vicinanze di esso. In questo caso perché il procedimento è a carico di una persona identificata; comunque non si potrebbero estrarre i tabulati dei giorni precedenti al rapimento.
  3. L’acquisizione dei tabulati della madre è comunque vietata perché sottoposta allo stesso regime delle intercettazioni: si possono fare solo in presenza di gravi indizi di colpevolezza, requisito che per la madre del sospetto certamente manca.
  4. L’acquisizione dei tabulati delle utenze della persona offesa è possibile con il loro consenso, ma solo nei procedimenti contro ignoti, non in quelli, come in questo caso, a carico di persone identificate. Per la stessa ragione non possono essere intercettate le utenze.
  5. Il telefono del sospetto non è intercettabile perché mancano i gravi indizi di colpevolezza.
  6. Il telefono della madre non è comunque intercettabile.

Il pubblico ministero comunica al commissario di polizia il risultato del suo studio. “Dunque non possiamo fare nulla?”, chiede il commissario.

“Dobbiamo tornare ai vecchi metodi di indagine”. “Bene”, risponde il commissario, “allora convochiamo qui la madre e le chiediamo dove si trova il figlio e se non ci risponde la arrestiamo per favoreggiamento, così vediamo se lui viene fuori”.

“Niente da fare, commissario”, spiega paziente il pubblico ministero, “i prossimi congiunti dell’indagato non sono obbligati a testimoniare e non rispondono di favoreggiamento”.

Una settimana dopo le indagini hanno una svolta. Un testimone ha visto il bambino salire su una macchina, ricorda il modello e i primi numeri di targa.

La polizia verifica che il modello e i numeri di targa corrispondono all’auto del sospetto. Gli indizi di colpevolezza ora sono gravi. Il commissario torna dal pubblico ministero a chiedere tabulati e intercettazioni.

Il pubblico ministero emette subito i decreti di urgenza. Poi fa fare copia integrale degli atti di indagine e dispone che un’auto parta immediatamente per portare il tutto nella sede del capoluogo del distretto, a circa 150 km di distanza, perché il provvedimento deve essere convalidato dal tribunale in composizione collegiale entro 48 ore e al tribunale va trasmesso l’intero fascicolo. L’autista del commissario, un agente di polizia, si offre di portare lui il fascicolo che, per mancanza di fondi e di personale, non arriverebbe mai a destinazione in tempo.

I tabulati del telefono confermano la gravità del quadro indiziario. Il sospetto ha passato molte mattine davanti alla scuola. Le intercettazioni non producono però risultati.

Probabilmente il sospetto ha cambiato telefono.

Il commissario propone di intercettare tutte le persone con le quali il sospetto ha parlato durante gli appostamenti per arrivare al nuovo numero. Il pubblico ministero spiega che la nuova legge non consente l’intercettazione di persone diverse dall’indagato.

Dopo una settimana una nuova svolta. Una impiegata di un negozio di telefonia ha riconosciuto il sospetto dalla foto pubblicata sui giornali e ricorda di avergli venduto un telefono pochi giorni prima del rapimento.

Controllando gli archivi del negozio la polizia individua la nuova utenza.

Il pubblico ministero emette subito un decreto di urgenza poi guarda l’autista del commissario che senza dire una parola prende il voluminoso fascicolo e parte alla volta del capoluogo del distretto.

L’utenza è quella giusta. Il sospetto parla con la madre e le racconta del rapimento. La madre cerca invano di convincerlo a liberare il bambino.

Purtroppo però la zona da cui chiama è piuttosto vasta ed è impossibile individuare il luogo dove si nasconde.

Il sospetto riceve poi telefonate da diverse cabine telefoniche da un uomo che vuole “comprare” il bambino.

La polizia propone di estrarre il tabulato delle cabine. Se poi l’uomo ha usato una scheda prepagata si potrebbe estrarre il traffico di quella scheda come si è fatto nell’indagine per l’omicidio del professore Massimo D’Antona. Le altre chiamate potrebbero consentire di identificare l’uomo.

Niente da fare: l’uomo non è identificato e a suo carico non ci sono gravi indizi di colpevolezza.

Passano i giorni; siamo a due mesi dall’inizio delle intercettazioni.

Il pubblico ministero non ha ancora trovato il coraggio di dire al commissario che a mezzanotte dovranno staccare i telefoni.

Lo vede arrivare trafelato e raggiante: “Dottore, ci siamo!” urla. Gli mostra la trascrizione di una telefonata intercettata quella mattina tra l’uomo sconosciuto e il rapitore.

Mentre legge la trascrizione il volto del pubblico ministero diventa sempre più bianco: il rapitore ha accettato di consegnare all’uomo il bambino, ma la telefonata si conclude così: “Chiamami domani e ti dirò dove venire”.

Firefox vi fa infettare il computer?? Colpa di Microsoft!!

Se questo mio post vi ricorda quest’altro, non stupitevi, oramai è quasi una regola: se qualcosa sul vostro PC funzia male, è quasi sempre colpa di M$. 😛

Questa volta, da quanto ho capito, la cosa scandalosa è che, tramite un aggiornamento di una componente (.Net Framework), Windows installava senza dirvi nulla un’estenzione per Firefox, che lasciava una vulnerabilità nel programma, rendendolo adatto a fargli installare software senza il permesso dell’utente… visto che non sono riusciti a rendere Internet Explorer come Firefox, fanno il contrario: rendono Firefox come IE, praticamente un colabrodo!! 😀

Meglio riderci su, con questo attento studio scientifico che mostra come viene usato IE nel mondo:


(fonte immagine)