Per cosa si vota?

Tralasciando la – a volte troppo – facile ironia, a leggere certe notizie (un fiero sostenitore della brexit che attende un ora per fare il controllo documenti in un aeroporto europeo) mi viene da pensare: ma siamo davvero informati su quello per cui votiamo?

Mi spiego: eventi complessi, come appunto può essere la brexit, vengono troppo spesso presentati solo tramite slogan, e questo è ancora più vero per argomenti polarizzanti. Questo causa un dibattito sterile fatto più di vignette che altro (e Facebook ringrazia), senza un reale approfondimento di quello che possono essere le conseguenze di determinate scelte.

Nel caso in questione, addirittura, sembra che la causa dell’attesa del passeggero non fosse neanche la brexit, ma un problema legato alla formazione di nuovi addetti. Ma al di là di questo, a quel passeggero/cittadino, hanno spiegato quali saranno veramente le conseuenze della sua scelta? Cosa succederà? Non parlo di cambiamenti epocali di economia, ma anche nelle piccole cose, come potrebbe essere l’attesa negli aeroporti europei?

Insomma, quando votiamo o ci viene chiesta un’opinione, siamo informati su quello che diciamo?

Cambio di opinone in vista?

Matteo Salvini sugl agenti arrestati a Torino con l’accusa di torture e maltrattamenti sui detenuti non ha dubbi (come sempre del resto, mai mostrare dubbi ma solo certezze sicumera): è assurdo fidarsi degli spacciatori e non dei poliziotti, ma sono tutti matti?!?!, sono padri di famiglia!!.

Ma stavolta qualcosa è cambiato, anche tra i suoi fan non tutti sono d’accordo. E dato che Salvini non ha idee proprie, ma è come un contenitore vuoto pronto per essere riempito, una bandiera che si muove al primo venticello, non troverei strano che tra poco la sua difesa ad oltranza verso uomini in divisa inizi ad essere solo un ricordo…

La tiritera

Salvini, saputo della scarcerazione di Carola Rackete, si lascia andare in quella che ormai è una delle sue cantilene preferite: “se qualche giudice vuole fare politica si toglie la toga, si candida in Parlamento con la sinistra e cambia le leggi che non gli piacciono“, il tutto condito con discorsi senza senso e mezze verità, mettendo in mezzo Macron, Merkel e altri (manca Topo Gigio).
Forte del fatto che chi lo ascolterà non capirà che – fino a prova contraria – un giudice applica la legge, non fa politica.

Che poi, non ho capito perché il giudice in questione si dovrebbe candidare per forza con la sinistra? Con la destra non va bene? Con il centro? Un po’ più avanti?
Forse perché alle scimmie urlanti che lo seguono sembra la cosa più giusta? Boh, misteri nell’analfabetismo funzionale…

La teoria della montagna di cacca

Ci vuole più tempo a creare una montagna di cacca o a pulirne una?

Lessi questo interessante quesito una volta su un blog di fact checking (antibufala, per chi non ciancica l’inglese), e devo ammettere che l’ho sempre trovata affascinante. Oggi ho avuto prova della sua veridicità.

Mi ̬ apparso in bacheca su Facebook (ho qualche mio contatto crede a tutta questa monnezza) un articolo post contro la povera C̩cile Kyenge (per alcuni una delle cause di tutti i nostri mali). Decido (con estremo coraggio) di leggere i vari commenti Рdel resto, se pensi che sia come fare una visitina allo zoo, neanche danno troppo fastidio Рe trovo questo:

commento FB poco preciso

Devo ammettere la mia ignoranza: non conoscevo l’episodio. Ma c’era un non so ché che mi induceva a pensare che fosse una vaccata clamorosa (del resto, la grammatica e la puteggiatura portavano a questa facile conclusione). Cerco allora riferimenti all’episodio e tempo 2 secondi netti (merito dell’ADSL, mica solo mio), trovo la corrisondente voce di Wikipedia, per cui posso rispondere in modo informato :

commento_FB_informato
alla terza riga doveva essere “dal custode del carcere

Ora, la situazione era particolarmente facile (un episodio famoso di più di 20 anni antecendete alla mia nascita è ben documentato), ma non sempre se è così fortunati.

Ora che ho dato il mio contributo alla pulizia del webbe, posso tornare a lavorare…

Atatürk

Spesso, quando il lavoro me lo concede, mi piace leggere e viaggiare da link a link, arrivando spesso a leggere cose curiose, interessanti, che a volte neanche sapevo esistessero.

Questa volta sono partito da questo articolo di un mio ex-collega, passando poi per Lorenzo Valla, per Costantinopoli ed infine sulla pagina del padre della Turchia moderna. Mi sono impressionato leggendo questa citazione (grassetto-evidenzia-epicità mio):

Per quasi cinquecento anni, queste regole e teorie di un vecchio arabo e le interpretazioni di generazioni di religiosi pigri e buoni a nulla hanno deciso il diritto civile e penale della Turchia. Loro hanno deciso quale forma dovesse avere la Costituzione, i dettagli della vita di ciascun turco, cosa dovesse mangiare, l’ora della sveglia e del riposo, la forma dei suoi vestiti, la routine della moglie che ha partorito i suoi figli, cosa ha imparato a scuola, i suoi costumi, i suoi pensieri e anche le sue abitudini più intime. L’Islam, questa teologia di un arabo immorale, è una cosa morta. Forse poteva andare bene alle tribù del deserto, ma non è adatto a uno Stato moderno e progressista. La rivelazione di Dio! Non c’è alcun Dio! Ci sono solo le catene con cui preti e cattivi governanti inchiodano al suolo le persone. Un governante che abbisogna della religione è un debole. E nessun debole dovrebbe mai governare.

Che dire, noi stiamo ancora con di Maio che bacia il sangue di San Gennaro e Salvini che fa i comizi con il crocifisso…